Ambone dell’Epistola

 

L’ambone Rogadeo, detto anche ambone dell’Epistola, posto in origine sul lato destro della navata centrale, fu fatto eseguire nella prima metà del XII secolo dal secondo vescovo della diocesi Costantino Rogadeo (1094 – 1151). L’arredo è costituito da due scale laterali affiancate ad un lettorino centrale, recante in alto un’ aquila dalla testa mozza, e delimitate da pilastri quadrangolari con boccioli che si innestano su cespi fogliacei. All’interno di una delle rampe è possibile osservare due lastre di spoglio, una classica e una paleocristiana, portate alla luce nel corso dell’ultimo restauro.

Una cornice modellata con elementi vegetali attraversa l’ambone in tutta la sua lunghezza. Nel registro inferiore due plutei sono decorati con dischi di porfido e serpentino inquadrati da meandri curvilinei, ruote cosmiche che richiamano l’azione creatrice del Verbo. In alto un mosaico raffigura l’episodio biblico del Profeta Giona, ingoiato e vomitato dal pistrice, prefigurazione della morte e resurrezione di Gesù: “Come Giona stette tre giorni e tre notti nel ventre del pesce, così il figlio dell’Uomo starà tre giorni e tre notti nel cuore della terra” (Mt 12, 39).

Sotto il lettorino, a sottolinearne il carattere di “Monumentum Resurrectionis”, due pavoni, simbolo della Vita Eterna, sormontano una nicchia centrale che rimanda al sepolcro vuoto di Cristo. Sul leggio sono presenti, oltre all’aquila di San Giovanni, un piccolo bue e le zampine di un leone, simboli degli Evangelisti Luca e Marco.

© L.Buonocore, Il Duomo di Ravello – profilo storico-artistico di un monumento, 2004